Pio XII e l’educazione

Le verità del cattolicesimo riguardanti la persona e la famiglia sono eterne. Solo la veste formale di queste verità può mutare nel tempo e risultare più o meno attuale al lettore contemporaneo. Invitiamo il lettore a non lasciarsi spaventare da ciò che sembra fuori moda: facilmente non è un “vecchiume” ma qualcosa di antico, anzi di eterno.

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Dall’opera “Amore di madre” di Massimiliano Mazzel, Pia Società San Paolo, 1950

L’umanità di domani sarà composta dai fanciulli d’oggi. È una verità di palmare evidenza. E non meno evidente è, allora, che tale sarà domani l’umanità, quale l’avranno preparata gli educatori d’oggi. Per questo il S. Padre, nel vasto lavoro di restaurazione cristiana da Lui intrapresa, insiste più che mai sull’opera dell’educazione. Già ne aveva parlato in due splendidi discorsi agli sposi novelli. E nella festa di Cristo Re, il 26 ottobre 1941, ricevendo in Vaticano foltissime rappresentanze delle donne dell’ Azione Cattolica di Roma e del Lazio ritornava con nuova insistenza sullo stesso argomento, segno evidente che lo ritiene di capitale importanza. Qui ne diamo gli squarci più salienti.

Difficoltà dell’opera educativa

«È certo arte malagevole e laboriosa quella di ben plasmare le anime dei fanciulli, anime tenere, cedevoli a deformarsi per una malcauta impressione o per un fallace incitamento, anime tra le più difficili e le più delicate a guidarsi, sulle quali spesso, più che sulla cera, un’influenza funesta o una colpevole trascuratezza valgono ad improntare indelebili e maligne tracce…».

Necessità di preparazione

«Ma di un dovere non basta avere la coscienza e la volontà di adempierlo, bisogna inoltre mettersi in grado di adempierlo bene .
Ora — vedete cosa strana, che anche Pio XI lamentava nella sua Enciclica sull’Educazione Cristiana – mentre non verrebbe in mente a nessuno di porsi lì per lì, senza tirocinio nè preparazione, operaio meccanico o ingegnere, medico o avvocato, ogni giorno non pochi giovani uomini e giovani donne si sposano e uniscono senza aver pensato un istante a prepararsi agli altri doveri che li attendono nell’educazione dei figli. Eppure, S. Gregorio Magno non dubitò di chiamare ogni governo delle anime ars artium, l’arte delle «arti».

Educatrice prima: la mamma

«Alla donna è stata data da Dio la missione sacra e dolorosa della maternità e alla madre è sopra ogni altro, affidata l’educazione prima del fanciullo nei primi mesi ed anni.
Fortunati quei bimbi che nella mamma trovano presso la culla un secondo angelo custode per l’ispirazione e la via del bene! Mentre quindi ci congratuliamo con voi per tutto quello che già felicemente avete operato, non potremmo se non con nuovo e più caldo incoraggiamento animarvì a sviluppare sempre più le belle istituzioni le quali, come la settimana della madre, si adoperano efficacemente a formare la loro missione, nell’animo e nel portamento guardinghe di fronte al male, sicure e sollecite verso il bene. In tale sentimento di donna e di madre sta tutta la dignità e la riverenza della fida compagna dell’uomo, la quale, come colonna, è il centro, il sostegno e il faro della dimora domestica.


Inizio dell’educazione dalla culla

«Fin dalla culla avete da iniziare l’educazione non solo corporea, ma anche spirituale; perché se non li educate voi, essi medesimi prenderanno ad educarsi da sè, bene o male. Ricordate che non pochi tratti, anche morali che vedete nell’adolescente e nell’uomo maturo hanno realmente origine dalle forme e dalle circostanze del primo incremento fisico nell’infanzia; abitudini puramente organiche contratte da piccoli, più tardi diverranno forse un duro intralcio alla vita spirituale di un’anima. Voi metterete dunque ogni studio acciocchè le cure da voi prestate ai vostri bambini si accordino con le esigenze di una perfetta igiene, in modo da preparare in essi e rassodare, per i momenti in cui si sveglierà il loro uso di ragione, facoltà corporee e organi sani, robusti, senza deviazioni di tendenza».

Pregiudiziale: conoscere il bambino

«Studiate il bambino nella tenera età. Se lo conoscerete bene lo educherete bene; non prenderete la suonatura a ritroso, a traversa; saprete comprenderlo, cedere non fuori tempo: non tutti sortiscono un’indole buona nei figlioli degli uomini».

Educazione dell’intelligenza

Educate l’intelligenza dei vostri bambini. Non date loro false idee o false ragioni delle cose; non rispondete alle loro interrogazioni, quali che siano, con cenni o affermazioni non vere cui le loro menti di rado si arrendono; ma profittatene per dirigere e sorreggere con pazienza ed amore, il loro intelletto, il quale altro non brama che aprirsi al possesso della verità e d’imparare a conquistare coi passi ingenui del primo ragionare e riflettere».

Educazione del carattere

«Educate il carattere dei vostri figli, attenuatene e correggetene i difetti, accrescetene e coltivatene le buone qualità e coordinatele a quella fermezza che prelude alla saldezza dei propositi nel corso della vita. I bambini col farsi più grandicelli, sentendo sopra di sè a mano a mano che cominceranno a pensare ed a volere una volontà paterna e materna buona, schiva di violenza e di collera, costante e forte, non inclinata a debolezze o incoerenza, apprenderanno per tempo a vedere in essa l’interprete di una volontà più alta, quella di Dio, ed in tal guisa inscriranno e radicheranno nel loro animo quei potenti primi abiti morali, che formano e sostengono un carattere, pronto a dominarsi nei più vari disagi e contrasti, intrepido a non indietreggiare nè davanti alla lotta nè in faccia al sacrificio, penetrata da un profondo sentimento del dovere cristiano».

Educazione del cuore

«Educate il cuore. Quali destini, quali alterazioni, quali pericoli troppo spesso preparano nei cuori di crescenti fanciulli le beate ammirazioni e lodi, le malcaute sollecitudini, le sdolcinate condiscendenze di genitori accecati da un mal compreso amore, che avezzano quei volubili cuoricini a vedere ogni cosa a muoversi e a gravitare intorno a sè, piegarsi alle loro voglie ai loro capricci, e innestano così in essi la radice di un egoismo sfrenato, di cui i genitori stessi saranno più tardi le prime vittime! Castigo, non meno frequente che giusto, di quei calcoli egoistici, onde si rifiuta a un figlio unico la gioia di piccoli fratelli, i quali, partecipando con lui l’amore materno, lo avrebbero stornato dal pensare solo a se stesso».

Educazione della volontà

«Verrà però un giorno in cui questo cuore di fanciullo sentirà in sè destarsi nuovi impulsi, nuove inclinazioni che turbano il bel cielo della prima età. In quel cimento, o madri, ricordatevi che educare il cuore è educare la volontà contro gli agguati del male e le insidie delle passioni; in quel passaggio dalla incosciente purezza dell’infanzia alla purezza cosciente e vittoriosa dell’adolescenza il vostro ufficio sarà capitale».

Il potente ausilio della religione

«Ma in questa magnifica opera dell’educazione cristiana, dei vostri figli e delle vostre figlie, voi pure comprendete che la formazione domestica, per sapiente ed intima che sia, non basta, ma deve essere resa compiuta e perfetta col potente ausilio della religione. Accanto al sacerdote, la cui paternità e autorità spirituale e pastorale sopra i vostri figli fin dal sacro fonte, si pone al vostro fianco, voi dovete farvi cooperatori di lui in quei primi rudimenti di pietà e di Catechismo che sono il fondamento di ogni solida educazione, e dei quali anche voi, primi maestri dei vostri bambini, conviene che possediate una bastevole e sicura conoscenza. Come potreste insegnare quel che ignorate? Insegnate ad amare Dio, Gesù Cristo, la Chiesa, Madre nostra, i Pastori della Chiesa che vi guidano. Amate il Catechismo e fatelo amare ai vostri bimbi: esso è il gran codice dell’amore e del timore di Dio, della sapienza cristiana e della vita eterna».

Collaborare con gli aiuti che Dio e la Chiesa offrono

«Voi dovete collaborare con loro. Siano pure quanto volete eminenti educatori quei maestri e quelle maestre; poco riusciranno a fare per la formazione dei vostri figli, qualora voi non uniate alla loro azione la vostra. Che avverrebbe poi, se questa, in cambio di aiutare e confortare l’opera loro, venisse addirittura ad attraversarla e a contrariarla? Se le vostre debolezze, se i vostri partiti presi per un amore che non sarà se non lustra di meschino egoismo, distruggessero in casa ciò che è stato ben fatto alla scuola, al catechismo, nell’Associazione Cattolica, per temprare il carattere e avviare la pietà dei vostri figli?»

La mirabile udienza si è chiusa con la promessa solenne delle Mamme, delle Religiose e delle altre educatrici presenti di voler attendere con la più viva sollecitudine all’educazione dei fanciulli a loro affidati.

Tale promessa è molto consolante. Tutte le mamme, tutte le educatrici debbono fare così. E allora l’avvenire della società sarà meno oscuro.

Anzi sarà bello e sereno.

Pubblicato da Monica Gibertoni

Mi chiamo Monica, ho 30 anni e vivo con mio marito e i miei figli vicino a Bologna, in un bellissimo paese di campagna. Sono laureata in chimica, ho studiato e lavorato come ricercatrice all’università viaggiando anche all’estero. In seguito, ho lavorato in un’azienda, ma persi il lavoro a causa della gravidanza. Fare la mamma divenne la mia priorità, quindi rinunciai a un impiego nel campo chimico e decisi di cambiare strada. Sono sempre stata una persona creativa, quindi lasciai semplicemente libero sfogo alla mia creatività e cominciai Monnicraft. Lentamente ma con costanza, questa attività mi permise di rimanere a casa coi miei figli (coi quali faccio homeschooling), e contribuire al bilancio famigliare.

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